Nonostantegrazia

La collezione Autunno Inverno 23/24 dedicata e ispirata da Grazia Deledda

“Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi "

Dedicato a Grazia Deledda

Nonostantegrazia
Erano mesi che attendevo questa giornata. Finalmente sarebbe successo, finalmente ti avrei incontrato, finalmente ti avrei potuto guardare negli occhi, ti avrei potuto sorridere e magari anche rivolgerti la parola, ovviamente solo se prima mi avessi parlato tu. Magari mi avresti potuto sfiorare la mano ma di sicuro non avremmo mai smesso di fissarci. Ci avrebbero notato, si. Ci avrebbero individuato tra tutti i cento ospiti al primo sguardo. Ma che importa! Ci siamo scritti così tante volte e da tanto tempo che io e te ci conosciamo da sempre. Chissà se sarò all’altezza delle tue aspettative… io ti ho sempre scritto sinceramente...”sono una signorina sarda, ma non rassomiglio alle mie conterranee. Sono pallida, bruna, un po' spagnola, un po' araba, un po' latina. Sono piccina con dei grandi occhi intensi velati sempre di una leggera tinta di naturale tristezza e dalle lunghe ciglia nere, labbra carnose rosse e ardenti e lunghi capelli oscuri folti e crespi. Non sono bella, di grazia ho solo il nome, ma sono coraggiosa e determinata.” Adoro la letteratura, adoro ascoltare i racconti dei grandi, adoro scrivere e adoro la moda. Mi piace seguirla per poi vestirmi come mi pare. A modo mio, perché si sa, io lo dico e lo ripeto sempre che lo stile è qualcosa di innato, di personale. E’ la capacità di osare, naturalmente e liberamente. Io penso, esagero?
Non vedo l’ora, domani indosserò quel completo realizzato apposta per te. Farò una sfilata di mises per tutta la giornata, cambiandomi e ricambiandomi come neanche Eleonora Duse o la Marchesa Casati avrebbero osato. Chissà l’invidia di comare Juannicca e delle sue figliole Nannedda e Agostina sempre a criticare, a spettegolare, a controllare e parlar male. Ho dovuto anche combattere con la sarta, comare Annesa. Uffa, quella sartina ha le mani d’oro ma il cervello ristretto come una beghina. Ma possibile che tutto debba essere “secondo tradizione” come dice lei? Ma possibile che non si possa pensare a qualcosa di diverso, di nuovo, di personale…insomma anche qualcosa di improvvisato a seconda dell’umore. O meglio dell’amore …in questo caso. Si, per il mio amore voglio indossare qualcosa che dica: ecco sono qua! Questo è per te. Si capisce che ti amo? Non c’è bisogno di parole, non sono necessarie spiegazioni, sono qua di fronte a te vestita come piace a te, ma solo in apparenza, in realtà sono nuda, non ho protezioni, il mio vestito parla di me, rivela ciò che sono, ciò che penso e che desidero e…io desidero te. Tutti lo verranno a sapere, ma non mi importa. Ho deciso che non voglio più mentire e che il giorno fatidico finalmente è arrivato. Mi sono fatta realizzare questo completo mentre stavo in sella. Voglio che la gonna scenda magnificamente, voglio che il drappeggio sia perfetto e impeccabile. Devo essere sfolgorante. Voglio essere vestita di seta a fiori ecrù, di foglie annerite dalla cenere, voglio essere accarezzata dal velluto devorato come una diva, voglio indossare broccati come una regina, voglio sentirmi bellissima per una volta, voglio che tutti mi ammirino e che dicano …” Ma è lei? E’ Graziedda ? Non l’avevo mai vista così. Cosa è successo? E’ sbocciata? E invece sono solo innamorata. Da ora in poi tutto sarà diverso, ci sarai tu e tutto cambierà.  Già da stasera la maggior parte degli ospiti arriverà da tutte le parti d’Europa. Da stasera la nostra bella magione a Badde Salighes non avrà nulla da invidiare al castello di Balmoral in Scozia, al castello Unterswittelbach in Baviera o a quello di Hof in Austria. Tutti troveranno ristoro e domani dall‘alba, grandi preparativi e si parte per la “Caccia al cinghiale”. Anche se odio la caccia trovo che sia l’unico escamotage per riuscire ad incontrarci, finalmente. E’ per questo che ho convinto il mio signor padre Don Antonicco Desviraggias ad organizzarla. Anche se umile, il nostro maniero si trova nella foresta di Burgos, il posto più bello al mondo. E’ un luogo incantato. Tra alberi secolari e pendii e ruscelli e rocce e radure e muschi e precipizi. Bisogna però stare attenti, è facile perdersi. Ma ci saranno i banditori che conoscono bene la strada. Se siamo fortunati potremmo vedere gli asinelli sardi piccolini con la grande striscia scura a croce sul dorso, che portano fortuna, lo sapevi? Poi ci sono quelli bianchi dell’Asinara e cavalli, tanti cavalli in libertà. Corrono come il vento, sono impetuosi e docili, nevrili e mansueti. Io adoro cavalcare, il mio preferito è grigio e si chiama “Filuferru” tanto è ardente. Puoi incontrare i cervi e i cinghiali, i destinatari di una caccia impari, poveretti. E ancora volpi rosse, conigli e lepri, donnole, martore e ghiri e gli amati porcospini. Se alzi gli occhi puoi vedere volare la maestosa aquila reale o il falco pellegrino, tanto caro alla nostra Eleonora d’Arborea. Ho già organizzato tutto.

Non sai quante volte mi hanno preso in giro sostenendo che fossi frutto della mia fantasia. Troppo bello per essere vero, sostengono. Sono delle burlone e qualche volta cattivelle e invidiose ma mi vogliono troppo bene. Mi hanno regalato tessuti tramati d’oro e velluti fiorati e stuoie intrecciate e gioielli. Arriveremo sino al Catello di Burgos, nella rupe di granito maestosa e altissima, difficilissima da raggiungere. Per anni è stata la prigione di Adelasia di Torres murata viva dal suo bello e giovane marito, Enzo di Hohenstaufen, figlio dell’imperatore Federico II e re di Sardegna. IPare che il fantasma di Adelasia si aggiri ancora per quel luogo. Se anche fosse, è un ‘amica. Io ci vado spesso da quelle parti e quello che trovo è pace, silenzio e felicità piena. So che lo spirito di Adelasia mi vuole bene e lotta con me, perché possa riuscire a cambiare il mio destino, perché trovi la forza di disobbedire al mio signor Padre ed evitare di sposare quel vecchio e avaro di Don Zame e sposare te, mio adorato. Tutti domani capiranno che è impossibile separarci, che siamo una persona sola, che anche se arrivi dalla Scozia abbiamo in comune l’amore per le lettere, per la natura selvaggia, per i cani, per i tessuti preziosi e antichi, che hanno un anima. Se non fosse per quell’antipatica di Juannicca sarei la più felice di questo mondo. Ma lo sai che è venuta di mattino presto vaneggiando di un cattivo presagio. Mi ha fatto venire un ‘angoscia! Dice che nella foresta si aggira un mostro metà lupo, figurati un lupo in Sardegna non ne sono mai visti, e metà cinghiale e che questo mostro i pastori lo conoscono bene e lo chiamano Babbaiottu e ne sono atterriti. . Loro e le loro pecore. Dice che il Babbaiottu non vuole che si vaghi nella “sua “ foresta soprattutto se “continentali”. Anzi pare proprio che i continentali non ce li voglia proprio, dice che ulula e grugnisca emettendo parole stesso tempo ripetendo nella sua strana lingua..."Personas estraneas in domo no che ndhe cherzo” “non ne voglio forestieri”  eand curses “Tota custa zente es bennida dai fora”. Il peggio è che se lo sfidi ti fa perdere la ragione come è successo ad Ananìa che aveva organizzato una battuta di caccia per gente importante piemontese e come ti avevo scritto dal quel giorno è fuori di testa. Stessa cosa per Ziu Pauliccu che aveva portato gente spagnola e non si è più ripreso, sta rintanato dentro il suo ovile e non esce più. Nessuno sa cosa sia successo. Non sai il malumore che mi ha fatto venire. Dice Juannicca che l’unico antidoto è portare un bottone sardo legato ad un filo rosso…mah! Sarà possibile? C’è da crederle? O la sua è tutta invidia? Io mi annodo al polso un filo rosso e non lo tolgo mai. Ma non è che Jannicca è d’accordo con il mio signor Padre e mi vuole impedire di incontrare te? Io comunque non capisco cosa succeda…perché sono chiusa in questa stanza, perché mi hanno tolto tutto tranne la penna, perché Annesa  non è ancora arrivata con tutti gli abiti, perché non è arrivata Anneredda a pettinarmi, perché non sento i cavalli degli ospiti arrivare e perché invece sento nella mia testa tante voci tutte diverse tra loro che urlano, che sussurrano, che mi chiamano…ma cosa vogliono da me? Perché mi torturano? Cosa ho fatto di male? Io non ho chiesto niente a nessuno. Io vivo con il vento, con il bosco, con le montagne e le nuvole e voglio solo andare dove mi porta il cuore…