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Barax, la Città Sommersa

La Sardegna, le bellezze naturali e le indistinte linee tra mito e realtà sono la spina dorsale della poetica dell'ultima collezione di Antonio Marras. Attraverso la storia di Barax, una favola di passione, musica, danza e forze divine, Antonio Marras svela la sua collezione Pre FW22 senza precedenti.

Verso il nord ovest del Mediterraneo c’è un’Isola, a nord ovest dell’Isola c’è una pianura placida e rassicurante che si chiama la Nurra. A nord ovest della pianura c’è un lago, il lago di Baratz. E’ alimentato dal Rio Dei Giunchi e non ha emissari e nonostante questo mantiene per magia sempre la stessa profondità.

E’ l’unico lago naturale dell’Isola, è circondato da una lussureggiante pineta e da dune di sabbia alte fino a cinque metri, poi improvvisamente tantissime palme nane, orchidee, mirto, ginestra, rovi e more, giunchi, corbezzoli e rosmarino. E’ sorvolato da splendide libellule che formano delle nuvole barocche incostanti e da mille specie di uccelli.

Si dice che il lago sia fatato e che un tempo lontano sorgesse, al suo posto, una città chiamata Barax.
Barax, era una città inusuale, viva e vorticosa. Tutta colorata con una palette che ricorda i tetti di Roma o i mattoni di Siena. I bruciati, i beige, i marroni, i fango, i tortora e ad un tratto c’erano case colorate di rosa estremo, di giallo cadmio e di azzurro intenso.

Strade tortuose la attraversavano, case in pietra stondate la caratterizzano e tante piazze la costellano. Le piazze erano decorate da mosaici che formavano a volte dei paisley a volta delle rose o semplici ma articolati quadri di tutte le grandezze. I suoi abitanti erano specializzati nella tessitura di stoffe preziose come pizzi, devorè e sete e altri realizzavano maglioni di tutti i colori e di tutte le lavorazione e poi c’erano quelli che tessevano tessuti maschili dove i quadri la facevano da padrone e per questo erano famosi in tutto il mondo conosciuto come la Madras del Mediterraneo.

E poi c’erano i sarti e le sarte dalle mani straordinarie che realizzavano tailleur pantaloni, abiti lunghi, gonne corte e ampie mantelle. Purtroppo pare che i suoi abitanti si siano attirati il castigo divino per aver preso troppo sul serio i piaceri terreni e aver dimenticato la penitenza e perciò Barax fu fatta affondare per volere di Dio come Sodoma e Gomorra.
Si dice che solo ad una fanciulla, bella e virtuosa che lavorava come ricamatrice fu data la possibilità di salvarsi. Verdina , questo il suo nome, era bionda come il grano, pallida come la madreperla e intelligente come un grifone che sorvolava attento quei cieli. Pare che Dio inviò tre angeli per avvertire Verdina:”Fuggi e ti salverai, ma solo una raccomandazione : non ti voltare per nessuna ragione al mondo, altrimenti sarà peggio per te”.

Verdina si decise ad abbandonare la città ma il pensiero di aver lasciato il suo completo preferito non ancora mai indossato la convinse a voltarsi. Un fragore immenso come quello delle cascate del Niagara la investì. Nello stesso istante Verdina fu tramutata in una roccia e la città fu sommersa da acque profonde e al suo posto comparve un grande lago.

Si dice che ogni anno Verdina, il giorno è segreto, ritorni ad essere una ragazza in carne e ossa e che impieghi il poco tempo che le rimane prima di ritornare ad essere una pietra cambiando continuamente mises diverse. E ci penso ancora a cosa possa essere rimasto sotto sotto, in fondo a quell’acqua grigio piombo profonda e melmosa, così poco “acqua di Sardegna”. Qualche capo importante ormai abbandonato, dimenticato, rovinato che aspetta solo qualcuno che si immerga per riprenderlo e donargli nuova vita.

Di sicuro a Barax, la nostra piccola Atlantide, il nostro paese sommerso, si nuota invece di camminare, si sorride invece di parlare, ci si abbraccia invece di litigare e ci si cambia di abito ogni qualvolta si ha voglia senza bisogno di occasioni o esigenze speciali.

C’è tutto il tempo che si vuole sotto le acque, tutto danza e tutto è una musica.