WILD & MILD
Antonio Marras e la Famiglia Rana aprono un Temporary Bistrot & Restaurant in occasione del Salone del Mobile
Arte, moda, cucina, sono da sempre tra gli elementi che ruotano attorno al magico spazio Nonostantemarras, in via Cola di Rienzo 8, a Milano. Un luogo di fascino raro in cui coesistono libri, abiti, design, cibo e che in occasione della nuova edizione del Salone del Mobile di Milano, in programma dal 18 al 23 aprile, ha aperto le sue porte in versione Temporary Bistrot & Restaurant insieme al ristorante Famiglia Rana, guidato dallo chef Giuseppe d’Aquino, che ha recentemente ottenuto il più prestigioso dei riconoscimenti gastronomici, la sua prima stella Michelin. Per l’occasione, lo chef e la sua brigata in trasferta da Verona hanno raccontato la cucina di Famiglia Rana con un’inedita proposta gastronomica, curata nella selezione di materie prime di eccellenza che danno vita a piatti innovativi e sorprendenti.
Per tutta la durata dell’evento lo spazio è stato allestito come una vera e propria foresta incantata, per la cui ideazione Antonio Marras si è ispirato alla scrittrice sarda premio Nobel Grazia Deledda e alle sue opere che riportano con la mente alle immagini di boschi e montagne della sua amata isola, la stessa in cui è nato lo stilista.
L’ingresso di NonostanteMarras era percorso da un’installazione in linoleum alta 5 metri, che Antonio Marras ha realizzato ad hoc in collaborazione con Marco Lobina di Rezina, azienda torinese specializzata nelle pavimentazioni in resina. Ispirato all’alveare realizzato dalle Domus de Janas, le apette sarde, adorabili, suscettibili, un po’ permalose, specializzate nella tessitura e ricamo.
All’interno invece era in vendita la collezione SS23 e l’esclusiva Upcycled Capsule Collection dedicata al Salone del Mobile. La Capsule include t-shirt, giubbotti di jeans, parka, jeans, dolcevita, tutte uguali, tutte diverse e uniche. Moltiplicate e rese irripetibili. Nuovi ricami, intarsi, cuciture che impreziosiscono per un effetto irreplicabile.
L’ingresso di NonostanteMarras era percorso da un’installazione in linoleum alta 5 metri, che Antonio Marras ha realizzato ad hoc in collaborazione con Marco Lobina di Rezina, azienda torinese specializzata nelle pavimentazioni in resina. Ispirato all’alveare realizzato dalle Domus de Janas, le apette sarde, adorabili, suscettibili, un po’ permalose, specializzate nella tessitura e ricamo.
All’interno invece era in vendita la collezione SS23 e l’esclusiva Upcycled Capsule Collection dedicata al Salone del Mobile. La Capsule include t-shirt, giubbotti di jeans, parka, jeans, dolcevita, tutte uguali, tutte diverse e uniche. Moltiplicate e rese irripetibili. Nuovi ricami, intarsi, cuciture che impreziosiscono per un effetto irreplicabile.
Tra le ricchezze custodite all’interno dello show-room, era possibile visionare ‘’Bianco e nero’’, la serie di ceramiche uniche che Anto¬nio Marras ha creato appositamente per il Fuori Salone 2023. Bianco e nero, i colori per ec¬cellenza, per sottrazione uno e per aggiunta l’altro, sono i cardini sui quali Antonio costruisce la sua poetica di più e meno, di ritmo, di onde, di bioritmi sfalsati, di vuoti e di pieni, di forme classiche e forme inusuali. Lo spazio era anche arricchito dalla installazione “HO LA TESTA VOLA VOLTA”, da arazzi, quadri e specchi.
La tappezzeria del negozio “Wild & Mild” ha una storia molto particolare, riproduce una stampa donata direttamente ad Antonio Marras per il suo archivio dalla titolare di una famosa ed antica rivendita di tappezzerie, a seguito della chiusura della stessa. Il paesaggio ha riportato da subito la mente del creativo ai paesaggi della sua Sardegna e ai passi di un’opera di Grazia Deledda in cui si racconta di un piccolo comune di Nuoro: “Ecco ad un tratto la valle aprirsi e sulla cima a picco di una collina simile ad un enorme cu¬mulo di ruderi, apparire le rovine del castello. L’occhio stesso del passato guarda il panorama melanconico, roseo di sole nascente, la pianura ondulata con le macchie grigie delle sabbie e le macchie giallognole dei giuncheti, la vena verdastra del fiume, i paesetti bianchi col cam¬panile in mezzo come il pistillo nel fiore”.